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Favari ci spiega come, al crollo dell’Impero Romano e di tutte le certezze politiche e sociali che questo rappresentava, le popolazioni europee abbiano trovato nella religione un punto di riferimento fondamentale, e nel pellegrinaggio (anche laico) un modo di viaggiare, comunicare e diffondere la conoscenza: lungo questa arteria viaggiarono scrittori, miniaturisti, artisti e maestri d’artigianato e industria.
 

La Nascita della Compagnia di Sigerico

 

 

“Era il 1996 quando ci arrivò un fax da Londra avvertendoci che dei pellegrini in arrivo da Canterbury sarebbero passati per il nostro paese e avrebbero avuto bisogno di ospitalità. In quel periodo ero assessore, e ci organizzammo per mettere a disposizione la canonica: non sapevamo nulla della Francigena.”
 

A parlare è Giovanni Favari, Presidente della Compagnia di Sigerico Laudense e Hospitaliero all’ostello Transitum Padi di Senna Lodigiana, che ci racconta di quanta strada è stata fatta nella consapevolezza storica di questo cammino.
“Studiare gli avvenimenti e i percorsi che nei secoli hanno reso importante la via Francigena mi ha permesso di incontrare storici e studiosi illustri, tenere conferenze nelle università, entrare a far parte di un circuito che ha grande importanza per il presente e il futuro del lodigiano”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La Via Francigena conduceva (e conduce ancora oggi) da Canterbury a Roma e poi a Gerusalemme, in Terra Santa, toccando non solo i luoghi più importanti del cristianesimo, ma collegando anche commercialmente snodi fondamentali della viabilità tra l’Europa del Nord e quella del Sud, spesso appoggiandosi a percorsi secondari poco battuti e quindi meno pericolosi.

 

I pellegrini e i viaggiatori nel Medioevo percorrevano circa 20 chilometri al giorno lungo la via Romea che li portava verso sud: erano pellegrinaggi che duravano a volte anni, e lungo la strada c’erano nascite, morti, matrimoni. L’ospitalità ai pellegrini era una consuetudine assodata e, in quest’ottica, lungo la Francigena oggi sorgono ospizi, ostelli, monasteri e foresterie che danno accoglienza a chi cammina lungo questo percorso. 
 

Giovanni Favari, durante il nostro incontro, ci consegna il Passaporto del Pellegrino e il Diario del Vescovo Sigerico, che camminò da Canterbury a Roma in tre anni e registrò il passaggio presso il guado di Corte Sant’Andrea (Transitum Padi), dove oggi è possibile attraversare il Po con un barcone messo a disposizione dei pellegrini in località Soprarivo.

 

 

Nel 2000, in occasione del Giubileo, nasce la Compagnia di Sigerico insieme agli amici di Calendasco in terra emiliana.

 

Nel settembre 2011 viene costituita la Compagnia di Sigerico Laudense che fa riferimento al territorio lodigiano.

 

Tesi sulla Via Francigena

Sintesi della tesi di Laurea di Elena Corigliano

San Michele

La linea retta della cristianità

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